Colon Irritabile

Colon irritabile: cause e sintomi

La sindrome del colon irritabile, patologia di cui non si conosce ancora la causa scatenante, colpisce il piccolo ed il grosso intestino ed il pavimento pelvico ovvero la parte bassa dell’addome. I sintomi più comuni sono dolore e gonfiore addominale, diarrea o stipsi e talvolta espulsione di muco. A questi sintomi si associano alitosi, bruciore in bocca, cattiva digestione, senso di pienezza dello stomaco dopo i pasti.

Esistono tre forme di patologia del colon irritabile:

  • Colite spastica con stipsi e dolore addominale cronico;
  • Diarrea con assenza di dolore;
  • Stipsi alternata a diarrea.
Prima di intervenire nella cura di tale patologia occorre escludere che tale sintomatologia sia attribuibile a cause organiche (diverticoli, tumori dell’intestino) o a patologie gravi come morbo di Crohne rettocolite ulcerosa.Una volta escluse tali patologie e rassicurato il paziente di non essere affetto da alcuna malattia grave occorre valutare una possibile terapia anche se ciò risulta spesso difficile per il fatto che l’eziologia è ancora sconosciuta. Si ritiene che le cause siano o di natura psicosomatica, dietetica, o legate a intolleranze alimentari.

Informazioni nutrizionali sul colon irritabile

Anche se la componente psicosomatica sembra avere una forte incidenza nello scatenare i sintomi correlati a tale patologia alcuni consigli dietetici potrebbero aiutare a ridurre in maniera considerevole tali disturbi. La dieta per il colon irritabile può variare da individuo ad individuo in quanto dipende soprattutto dai sintomi che i soggetti presentano. Occorre comunque verificare se il soggetto soffre di stipsi o di diarrea o alvo alterno a stitichezza e diarrea.

Colon Irritabile

Colon irritabile: cosa mangiare?

Nonostante la prescrizione dietetica sia individuale e l’introduzione nella dieta di un particolare alimento dovrebbe essere graduale, in tutti i casi per chi soffre di colon irritabile l'alimentazione corretta prevede che venga evitata l’ingestione di cibi che possano generare gonfiore, flatulenza e gas intestinali. È consigliata una frequenza di 5 pasti al giorno ed una dieta normocalorica o ipercalorica nel caso in cui si debba ripristinare uno stato nutrizionale debilitato associato ad un cattivo malassorbimento.

Sono generalmente ammessi alimenti semplici, come:

  • Cotture alla griglia o a vapore;
  • Carni magre sia bianche che rosse;
  • Pesce;
  • Verdure a basso contenuto di fibre e private del gambo (lattuga, pomodori ,asparagi, zucchine);
  • Frutta da assumere fuori pasto;
  • Pane a lievitazione naturale e latticini solo a chi ne risulta tollerante.
Sono da evitare le verdure con potenziale flatulogenico forte quali:
  • Cipolle;
  • Cavoli;
  • Legumi secchi e interi;
  • Carote e, con moderazione, melanzane e patate (meglio cotte a vapore o lessate),;
  • Frutta ricca di fibra (uva, prugne);
  • Pane e paste integrali;
  • Caffè;
  • The, Coca Cola e le bevande che contengono caffeina o gassate;
  • Spezie;
  • Alcuni dolcificanti quali sorbitolo e fruttosio;
  • Formaggi fermentati e stagionati;
  • Insaccati.
È in ogni caso difficoltoso stabilire a priori un regime dietetico per la cura di tale patologia per cui è consigliabile ricorrere al consiglio di uno specialista in quanto insieme alla terapia più accurata è in grado, dopo accurate verifiche diagnostiche, di consigliare la dieta più appropriata al singolo paziente.