Integrazione di Ferro

Integrazione di ferro: caratteristiche e dieta consigliata

Il ferro presente nell’organismo deriva dall’apporto dietetico. La dieta per l’iposideremia si prefigge di soddisfare le RDA (razioni dietetiche raccomandate) giornaliere di ferro secondo questi canoni: 10 mg per l’uomo adulto, 18 mg per la donna, 30 mg per la donna in gravidanza.

La carenza di ferro, che può portare ad anemia, può dipendere da:

Apporto dietetico ridotto;
Insufficiente assorbimento (per alterazioni gastrointestinali quali pH gastrico, eventuale diminuzione superficie intestinale assorbente, aumentata motilità intestinale);
Eccessive perdite ematiche (a causa di mestruazioni abbondanti);
Aumento del turnover del ferro, disordini metabolici;
Presenza di chelanti negli alimenti che lo legano riducendone la biodisponibilità.

Informazioni nutrizionali sull'integrazione di ferro

Quando si parla di contenuto di ferro negli alimenti, ciò che conta non è tanto la quantità assoluta contenuta ma la quantità biodisponibile, cioè la quantità che il nostro organismo riesce ad assorbire ed utilizzare. Il ferro più facilmente assorbibile è quello della carne (ferro emico legato all’emoglobina o alla mioglobina), mentre il ferro presente nei vegetali (ferro non emico) ha un assorbimento minore (presenza di acido fitico e fitati) e viene assorbito solo nella forma solubile (ferrosa). Migliorano l’assorbimento del ferro l’acido ascorbico (vitamina C) e l’acido citrico contenuti negli agrumi, gli aminoacidi, gli zuccheri e gli integratori di sali minerali e vitamine.